L’iniziativa di partecipare all’udienza di Papa Francesco in sala Nervi sabato 28 febbraio, è partita quasi per scherzo. Ci ho messo veramente poco a lanciare la proposta, a reclutare le mie compagne di viaggio e a partire.
L’emozione di certo non mancava già alla partenza, anche se era l’ennesima volta che raggiungevo Roma e la terza che vedevo Papa Francesco.
Tra una chiacchiera ed un’altra e qualche sonnellino, siamo arrivati a Roma alla sera di venerdì 27 febbraio. Dopo esserci sistemate nelle camere e aver cenato, la nostra serata è continuata secondo il perfetto stile femminile: divano, relax, chiacchiere di lavoro e non solo!
E finalmente arriva il grande giorno!!!
Partiamo presto, raggiungiamo piazza San Pietro e ci mettiamo in fila per superare i controlli dei metal detector, nella speranza di trovare poca gente. In realtà forse era solo un’illusione: gran parte dei 7 mila soci della Confcooperative erano lì in fila come noi.
Con rapidità abbiamo superato i controlli e attraversato la cancellata che porta verso la sala Nervi; seguendo le indicazioni delle guardie svizzere, siamo entrati in sala e abbiamo raggiunto i posti vicino al corridoio centrale, perché ero sicura che Papa Francesco sarebbe passato di lì.
Dopo circa un’ora e mezza di attesa, vediamo la gente ammassarsi lungo il corridoio, le tende chiudersi e un coro che ha iniziato a chiamare a voce alta “Papa Francesco”. A quel punto non abbiamo pensato due volte e, avvicinandoci al corridoio, siamo salite sulle seggioline per poter vedere il Papa da vicino e ce l’abbiamo fatta!
Descrivere l’emozione di quel momento è impossibile, il suo sorriso contagioso e incantevole ti travolge e ti ricolma di gioia e serenità.
Il Santo Padre, nel suo discorso, ha usato parole semplici ma che hanno lasciato il segno.
Il suo discorso è partito dalle origini del movimento cooperativo italiano, che trova le sue radici proprio nella Chiesa e non ha risparmiato richiami forti verso atteggiamenti di sfruttamento del lavoro che purtroppo ci sono anche nel mondo cooperativo.
Bergoglio ha affermando che “le cooperative sfidano tutto, sfidano anche la matematica, perché in cooperativa uno più uno fa tre!”. Se ci pensiamo è proprio questa la nostra missione: cercare di portare un cambiamento, un miglioramento attraverso una nuova ottica della solidarietà.
Il discorso è proseguito con cinque incoraggiamenti che Papa Francesco ci ha consegnato: il primo si riferisce al fatto che “le cooperative devono continuare ad essere il motore che solleva e sviluppa la parte più debole delle nostre comunità locali e della società civile. Per questo occorre mettere al primo posto la fondazione di nuove imprese cooperative, insieme allo sviluppo ulteriore di quelle esistenti, in modo da creare soprattutto nuove possibilità di lavoro che oggi non ci sono.” Tali iniziative devono essere rivolte in particolare “ai giovani, perché sappiamo che la disoccupazione giovanile, drammaticamente elevata, distrugge in loro la speranza”.
Il secondo incentivo si riferisce alla necessità che le cooperative si “attivino come protagonisti per realizzare nuove soluzioni di Welfare, in particolare nel campo della sanità, un campo delicato dove tanta gente povera non trova più risposte adeguate ai propri bisogni.”
Il terzo punto riguarda l’economia, il suo rapporto con la giustizia sociale, con la dignità e il valore delle persone. Il Santo Padre ha ribadito che è fondamentale “prima riempire il bicchiere e poi dare agli altri” per poter assolvere alla responsabilità sociale delle cooperative. Ha aggiunto poi il Papa che “il socio della cooperativa non deve essere solo un fornitore, un lavoratore, un utente ben trattato, dev’essere sempre il protagonista, deve crescere, attraverso la cooperativa, come persona, socialmente e professionalmente, nella responsabilità, nel concretizzare la speranza, nel fare insieme”. Ed è proprio in questa ottica che noi lavoratori di cooperative dobbiamo esercitare la nostra professione.
Nel quarto incoraggiamento Papa Francesco ha sottolineato il fatto che “il movimento cooperativo può esercitare un ruolo importante per sostenere, facilitare e anche incoraggiare la vita delle famiglie. Fare questo significa anche aiutare le donne a realizzarsi pienamente nella propria vocazione e nel mettere a frutto i propri talenti.”
Come quinto ed ultimo, ma non perché meno importante, ci è stato assegnato un importante compito dal Papa: quello di investire e investire bene! La soluzione proposta dal Santo Padre è quella di “mettete insieme con determinazione i mezzi buoni per realizzare opere buone. Collaborate di più tra cooperative bancarie e imprese”.
In ultima battuta il Papa ci ha ricordato con grande enfasi che “il denaro è lo sterco del diavolo! Quando il denaro diventa un idolo, comanda le scelte dell’uomo. E allora rovina l’uomo e lo condanna. Lo rende un servo. Il denaro a servizio della vita può essere gestito nel modo giusto dalla cooperativa, se però è una cooperativa autentica, vera, dove non comanda il capitale sugli uomini ma gli uomini sul capitale.”
Ancora una volta Papa Francesco si è confermato un grande uomo, vicino ai problemi e alle difficoltà dell’uomo e dei lavoratori d’oggi. A noi che eravamo lì presenti, ha trasmesso coraggio e volontà nello svolgere il nostro lavoro con passione, onestà, dignità e amore.
La proposta che lancio (ad ognuno di voi) è quella di provare a seguire gli incoraggiamenti che ci ha trasmesso il Santo Padre, per essere quotidianamente cooperatori autentici.
Ripensando poi alla logica “uno più uno fa tre”, sono convinta che se ci impegniamo a trasformare il lavoro in passione e la carità in dono, possiamo veramente realizzare piccoli miracoli!
Serena De Mani
Centro Diurno “La Filanda” – Cologna Veneta