6 Luglio 2023

L’armonia della salute mentale

L’apparente banalità di constatare che siamo formati da molteplici elementi ed ognuno concorre al nostro equilibrio psichico, si infrange nelle pratiche che mettiamo in atto quotidianamente per preservarlo e al significato che diamo al concetto di “salute mentale”. Fondamentalmente, quello che facciamo per averne cura rispecchia ciò che pensiamo essa sia. E probabilmente non sempre ne abbiamo un’idea precisa.

Forse sappiamo che come individui siamo costruiti da molteplici relazioni: con gli altri, con il nostro corpo, con il nostro lavoro, con il luogo in cui viviamo, con i principi in cui crediamo, con quello che mangiamo e così via. Queste relazioni non sono sempre uguali in tutti i momenti della nostra vita e, prima o poi, necessitiamo di un aiuto e di un supporto, per superare un momento difficile, per fare delle scelte o altro. Tendiamo però a dividerci in settori piuttosto rigidi e a considerare ogni parte di questo tutto come un mondo quasi a sè. Nei fatti, fatichiamo ad avere una visione globale del tutto: sistemiamo le cose quando i problemi sopraggiungono e per l’ambito “di competenza”. Il lavoro, la salute del corpo, quella della mente, le amicizie, le relazioni affettive. La spia che ci indica un disequilibrio di tutto questo è la nostra psiche. L’equazione “salute mentale = assenza di patologia psichica” è limitativa e fuorviante e per averne cura dobbiamo convincerci che ogni singolo elemento che compone il nostro equilibrio va coltivato quotidianamente, senza classifiche di importanza.

Per esempio, sappiamo che il microbiota intestinale condiziona una catena di elementi che riverberano in molti aspetti della nostra persona, tra cui anche l’umore. Ed esso è un prodotto anche di ciò che mangiamo e dello stile di vita che teniamo, dell’esercizio fisico e di altro. Anche solo da questo banale esempio, risulta evidente allora l’importanza che assumono tutti gli elementi di questa catena e di come gli interventi in difesa della salute mentale ne debbano tenere conto. L’approccio multispecialistico quindi (in un senso molto ampio) è inevitabile ed evidentemente va modulato in base a una serie di fattori concomitanti e contingenti.

Da questo si può comprendere come il futuro sia sempre più composto da soluzioni armoniche, sfaccettate e multifattoriali. Serve adattabilità e una visione d’insieme della salute che spesso ancora non abbiamo acquisito, probabilmente per un difetto culturale di tutti. Gran parte dei modelli che utilizziamo oggi non sono sufficienti: vanno ripensati con una mente aperta e senza difese di ruoli a priori. Probabilmente saranno necessari nuovi luoghi di cura (intesi non solo come “spazi” fisici), nuove proposte di percorsi riabilitativi più personalizzati e sfaccettati. Buona parte ancora da costruire.

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