Anche il lavoro può essere una forma di dipendenza ed essere sintomo e causa di un disturbo psichico.
In questo articolo si analizza il rapporto tra le ore trascorse al lavoro e la propria salute mentale, proponendo una parziale inversione da ciò che si è sempre pensato a questo proposito: che l’incrementare volontariamente e a dismisura il proprio orario in ufficio non sia solo causa di una psiche non equilibrata ma anche un sintomo. Di più (e peggio): un mezzo per automedicarsi.
In questo modo, le ore trascorse al lavoro assumono una forma simile ad una dipendenza, generando a loro volta altre problematiche a cascata (tra cui l’utilizzo stesso di sostanze), peggiorando il quadro iniziale dal quale si cercava così impropriamente una scappatoia:
[…] sappiate che oggi i ricercatori hanno scoperto che lo stacanovismo è una dipendenza comune, che nasce in risposta a un disagio. E, come molte dipendenze, peggiora la situazione che vorrebbe alleviare.
C’è anche un “rinforzo sociale” che rischia di incentivare la dipendenza da lavoro: il fatto che socialmente l’iperlavoro non sia solo tollerato ma anche lodato, come espressione di determinazione ed ambizione. Vi è magari anche un ritorno economico e di carriera. Ad un prezzo però molto alto.
Nell’articolo vengono proposte alcune strategie di mitigazione. L’autore stesso però avvisa che
Ma affrontare il problema dello stacanovismo non permette comunque di risolvere il problema di fondo che il lavorare così intensamente avrebbe dovuto curare.
[…] Smettere di usare il lavoro per distrarsi è un’opportunità per affrontare i propri problemi, magari con l’aiuto di qualcuno, e risolvere così il problema che ci ha spinti a lavorare troppo.
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