In questo articolo divulgativo, l’Istituto di Neuroscienze di Reggio Calabria si addentra in un compito probabilmente impossibile: tentare di definire un range entro il quale si possa confinare quella che comunemente viene chiamata “normalità psichica” (o condizione non patologica). O, per meglio dire, prova a definire dei punti di osservazione da cui guardare: in questa ottica, la semplificazione proposta offre degli spunti interessanti da cui partire.
Si parte da una premessa (doverosa):
[…] il range di “salute mentale” è oltremodo ampio e ha una gradazione all’interno di una “normalità”, una dimensionalità che definisce un soggetto più sano di un altro comunque sano.
Fondamentalmente, sono tre i punti sui quali fissare lo sguardo: l’esame della realtà esterna, la realtà interna e l’adattamento. La breve analisi dei tre elementi, che non ha nessuna pretesa esaustiva né scientifica, ma solo di orientamento, consente perlomeno di avere contezza della complessità e della profondità delle analisi necessarie anche solo a discutere della questione. La conclusione, in questo senso, è chiara:
si tratta quindi di un equilibrio dinamico tra l’individuo e l’ambiente sociale, un equilibrio tra “Natura e Cultura”, la ricerca di un compromesso tra queste due dimensioni che possono andare spesso in conflitto e sottendere l’insorgenza di Disturbi mentali.